lunedì 5 novembre 2012

Era di luna piena -recensione di Cinzia Baldini-



Recensione a ERA DI LUNA PIENA di Tonino Colloca

Ho già avuto occasione di leggere e commentare le poesie di Tonino Colloca un poeta la cui ispirazione sensibile e versatile riesce ad emozionare profondamente il lettore.
Sfogliare, quindi, ERA DI LUNA PIENA e godere delle sue liriche, è stata una meravigliosa riscoperta e un avvincente appuntamento con una poesia di ottima qualità.
Il volume è composto da pensieri, riflessioni, appunti di un tratto di vita affrontato dopo il tramonto di un amore.
Il poeta ferma sulla carta, con lucida consapevolezza, le forti interiorità, le timorose incertezze, le profonde delusioni e i ricordi cari e dilanianti che la trascorsa esperienza ha lasciato nella sua esistenza.
Il tema ricorrente dell’amore è affrontato in maniera matura, critica, a volte molto duramente altre con un forte senso di nostalgia come in “Riposa sull’arcobaleno”:

Riposa sull’arcobaleno
questa mia anima inquieta
che, per carezzare la luna,
trascina, nella notte,
un calendario di immagini
che non posso dimenticare.
Sono i colori
della nostra illusione.

Ma il Colloca non è solo poeta dell’amore sentimentale e romantico, sensuale e appassionato, sarebbe una classificazione troppo riduttiva per un autore così particolare e talentuoso. La sua capacità creativa, infatti, riesce a raccogliere e porgere al lettore tutta la gamma di sfumature che può assumere questo caleidoscopico sentimento.
ERA DI LUNA PIENA è il canto di un uomo ben inserito all’interno della società e che, consapevole della forza del proprio sentimento, non si fa scudo con la disillusione per non soffrire ma rielabora serenamente la delusione creando liriche appassionate e appassionanti.
Il suo sguardo si posa su paesaggi illimitati, su scenari infiniti tanti quanti la vita di ogni giorno può presentarne e ne raccoglie i particolari a tutto tondo. Svela l’adeguarsi del mondo che lo circonda ai suoi stati d’animo. La sua ispirazione cavalca l’attimo e dopo una scorsa veloce al passato, scruta attenta il presente e volge il suo interesse al futuro. Non il pianto disperato di una notte buia e senza stelle ma la speranza di una nuova fulgida aurora.
Il libro si chiude con alcune poesie struggenti in cui il forte legame con il paese natio, è espresso dai ricordi legati a quell’angolo di terra calabra che gli ha dato i natali e che lo ha cullato amorevolmente per gran parte della sua infanzia. L’omaggio commovente di un figlio grato e innamorato può essere sintetizzato in “Alla mia terra di sole”:

Alla mia terra di sole
m’inchioda la nostalgia
di un tetto di paglia,
una processione di formiche,
il riposo di un gatto
nell’incavo di un albero
e notti di stelle sul mare.
Alla mia terra di sole
m’inchioda il sangue
che mi ha dato la vita.

Un artista, un poeta, un uomo ed un Maestro, Tonino Colloca, il cui animo carezzato dalla brezza del sentimento emette una melodia ancestrale, un richiamo universale che riversato nelle liriche di ERA UNA NOTTE DI LUNA PIENA affascina e incanta il lettore. I suoi versi, a mio avviso, sono realmente versi dell’anima.    


Cinzia Baldini
  
Autore: Tonino Colloca
ISBN: 978-88-905866-2-6
Euro: 14,00
    pagg. 105
Editore: Edizioni DPC
Anno 2011

martedì 2 ottobre 2012

Recensione di CINZIA BALDINI

Ecco la recensione ,della scrittrice CINZIA BALDINI,al mio volume di poesie " Ti Amo"
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"A chi mi ha amato mi ama mi amerà",a chi ho amato amo amerò"con questa dedica chiara ed esplicativa che non lascia ombra di dubbio sull'argomento scelto da Tonino Colloca si apre la silloge poetica raccolta nel volume TI AMO.Sono pagine traboccanti di emozione che si leggono prima con il cuore e poi con la mente.E' un libro che conduce il lettore "Nella luce con amore" come preannuncia il titolo della prima parte e nei versi solari e radiosi racchiude una stupenda dichiarazione d'amore che,ogni donna,vorrebbe aver ricevuto e,ogni uomo,aspirerebbe ad imitarla.
E' la voce leggiadra di un animo innamorato che non fa mistero del suo stato di grazia,anzi,lo racconta alla natura che ha intorno,lo condivide con il mondo intero,lo grida alla donna che ama.
Una donna la cui intensa femminilità dona e pretende amore.
Tonino Colloca moderno,appassionato e ardente cantore si è consacrato,anima e corpo,al culto di questo amore e scioglie sul suo altare i suoi originali versi.
E' un'ispirazione potente che,trovata la sua Musa,la immortala in versi vibranti che ci regalano intense sensazioni:Tesoro Mio
Tesoro mio
tu sei ritmo
che folleggia i miei pensieri,
sei canto in sintonia
che rifulge nell'amore,
sei riverbero di sole
che inonda luce,
sei archivio di sensazioni
dentro una conchiglia,
tesoro mio,
sei messaggero di libertà
che trasporta tenerezza.
I versi di Tonino Colloca spaziano dall'amore platonico sognato e vagheggiato nelle notti argentee di luna,in albe radiose o nei bronzei tramonti,all'amore maturo, struggente,che trasforma ogni attimo vissuto insieme all'amata in gocce incandescenti di felicità.All'amore che è desiderio intenso,febbrile,sensuale,virile.Che gode e s'inebria della reciproca passione di due corpi che si sfiorano e che da "io e te" si fondono,trasformandosi in "noi"come in Lascia Amore:

Lascia amore
che,nella primavera
china alla terra,
viva sempre
il desiderio di te.
Lascia amore
che un sole ritovato
riscaldi giorni bui,
lascia che il dubbio
si perda nell'oceano
e la storia diventi nostra.

Ma TI AMO,poichè esalta l'amore in ogni sua sfaccettatura non può non raccontare anche la malinconia,specie quando questo profondo sentimento giunge al capolinea e conclude il suo ciclo vitale poichè essendo un impulso umano non è eterno ma in continuo divenire.Ecco quindi che il poeta ci offre una seconda parte non meno belle e intensa della prima solo più pacata e riflessiva che si intitola "Nel buio con più amore" dove l'amore diventa inquietudine,trepidazione e rimpianto come ci raccontano i versi stupendi di Alla periferia del Cuore:

Alla periferia del cuore
si consuma il mio pianto
e sulla parete abbandonata
di un vecchio casolare
s'arrampica un delirio di stupidità.
Sul prato bianco
riposa il mio cinghiale
e la volontà di crederti ancora.

Non di rado nelle liriche,il poeta sceglie paragoni e similitudini in cui sono presenti animali che simboleggiano libertà,ardore,entusiasmo e in questo preciso riferimento è il cinghiale che ritroviamo anche nella lirica:Mi ritirerò come anacoreta. Forse perchè presso gli antichi Celti era simbolo di ardore,di forza e di coraggio,quell'ardore,quella forza e quel coraggio che Tonino Colloca attinge dall'amore e infonde ai suoi lettori.
Una segnalazione di merito va anche a Daniela Blasi e Mr Ferdy il Guru che hanno illustrato con gusto e originalità i versi poetici e allietato gli occhi del lettore.
Un libro particolare,quindi,dove colori vellutati,immagini provocanti,pulsioni istintive,emozioni avvolgenti e passione dilaniante si sublimano in una frase composta da due piccolissime parole di cinque lettere che contengono il senso intero del creato:TI AMO.

                              CINZIA BALDINI

giovedì 27 settembre 2012

BEPPE COSTA HA SCRITTO

BEPPE COSTA ha scritto:   (1Luglio 2012 ore.8.38)

Ciao Tonino,

raro come in un abbraccio ti racconti
e scopri in quegli occhi la tua stessa umanità

parole e gesti seguono vie naturali
il resto lo leggi negli occhi dei figli

come sostegno e mai abuso
per la fatica che fai mentre

in molti tentano d'assassinare l'arte
lanci ancore e salvagenti come puoi

ogni giorno pensi di mollare
mentre i minuti scorrono con nuove idee

per abbattere quei muri costruiti attorno
bastano quegli abbracci incatenati a pelle
per sempre

( il mio,nostro,grazie a Tonino Colloca)
\

martedì 25 settembre 2012

EMAIL di DIEGO CIMARA

EMAIL INVIATAMI DAL GIORNALISTA E SCRITTORE
DIEGO CIMARA.................certamente troppo buono

Vedi caro grande mecenate poeta,idealista,perbene ed onesto,per la serie delle affinità elettive ( io non sono che una miliardesima parte di quello che tu sei nel mondo e nell'organizzazione dei tuoi sogni)QUALCOSA CI UNISCE E QUALCOSA CI DIVIDE dall'uomo mediovale che ci circonda e con i quali (I boia-rdi di stato) lavoro ogni giorno.Quello che dovebbe contraddistinguerci da questa gente che si ruba la nostra buona fede,la nostra ingenuità tanto figlia dell'onestà e del voler vivere in pace,non è tanto la consapevolezza di non poter arrivare alla verità,ma solo alla sua ombra,alla verosimiglianza,poichè in tutte le cose che esponiamo non dovremmo pretendere di definire la verità ma soltanto la nostra opinione.

"Sempre caro mi fu quest'ermo colle,/ E questa siepe,che da tanta parte/Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude".Il Monte Tabor,il colle dell'Infinito,è,per molti italiani,un luogo sacro,sia pure di una sacralità laica,è un condensato di affetto e di memorie,che un pò come la cappella maremmana Davanti San Guido-tema,tanti anni or sono,di un bel reportage televisivo,"un viaggio nella memoria"di Mario Soldati-fa parte indelebile del nostro vissuto esistenziale.Se fosse conveniente,per un'impresa privata o per un'azienda pubblica costruire pale eoliche sul Monte Tabor o abbattere i cipressi che "a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar"per spianare l'area su cui sorgerà un outlet,non sarebbe tanto facile far passare l'atto vandalico,contro la storia e la poesia,per un reato.In mancanza di una legge specifica di tutela,infatti,potrebbe venir ritenuta più che legittima una scelta motivata dal mercato e destinata a far circolare più denaro e a procurare posti li lavoro a popolazioni che non nuotano certo nell'oro:nondimeno sarebbe,altresì,innegabile che quella scelta contribuirebbe a cancellare un pezzo di storia patria e a renderci sempre più simili agli uomini di Magritte piovuti dal cielo.

Per un liberale non metafisico,non ci sono "diritti indisponibili":se il Ristorante del Cambio,in cui sembra quasi vedere,seduto al suo tavolo,il Conte di Cavour,dovesse cedere i locali a una Coop e se i politici che amministrano la città-e che,in democrazia,hanno ottenuto la maggioranza dei voti dagli elettori-fossero d'accordo,pazienza:anche quì,avremmo un altro pezzo di storia portato via da quella "forza operosa"che affatica le cose " di moto in moto/e l'uomo e le sue tombe/e l'estreme sembianze e le reliquie/della terra e del ciel traveste il tempo".

Tra i principi dell'etica liberale se ne ricordano due:"nessun pasto è gratis","non si possono fare opere(che ci sembrano)buone coi soldi degli altri".Ci sono beni,però,che appartengono a tutti e la cui destinazione va decisa democraticamente (per via diretta,attraverso il referundum,o indiretta,attraverso la rappresentanza parlamentare)da tutti.Qualora il Monte Tabor,o la piana maremmana appartenessero al demanio,i marchigiani ed i toscani,che avessero a cuore i simboli cari della nostra letteratura nazionale,avrebbero il diritto di deciderne la preservazione anche rinunciando a entrate non poco preziose in tempi di crisi e recessione.Se quei luoghi fossero in mano privata,gli abitanti delle due regioni interessate,avrebbero,del pari,a mio avviso ( a nostro avviso,anche di altri pochi poeti fatalisti come noi) il diritto di vincolarne l'uso anche a costo di recare un mancato guadagno ai proprietari.D'altra parte,se avessi un terrazzo che affaccia su Piazza Navona la mia propretà non mi darebbe la facoltà di esporvi una gigantesca bottiglia di Coca Cola,in presenza di leggi di tutela del patrimonia rtistico.Non è fuori luogo riportare ancora una volta quanto a suo tempo scriveva Schopenhauer "Il mondo degli uomini è il regno del caos e dell'errore,che senza pietà in esso governano,nel grande e nel piccolo,accanto ai quali menano la frusta anche la stoltezza e la malizia;ne consegue quindi che ogni cosa nigliore si fa strada solo a stento,le cose nobili e sagge riescono a manifestarsi e trovano efficacia e ascolto molto di rado,e perciò appunto l'assurdo e il falso nel regno del pensiero,l'insipido e il nauseante nel regno dell'arte,il male e lo scaltro nel regno delle azioni vengono disturbati solo da breve interruzione e tengono propriamente il primato;al contrario,l'eccellente in ogni specie è sempre solo un'eccezione,un caso fra milioni:esso resta ed è custodito,dopo che ha sopravvissuto all'odio dei tempi,come una meteora di un altro ordine di cose. Come episodio simbolico di questa aberrante situazione Schopenhauer riportava il fatto che per il funerale di Bach non fu possibile trovare denaro sufficiente per fare eseguire un solo canto.Ora non c'è dubbio che esistano al mondo moltissimi appassionati della tradizione musicale che va da Palestrina a Puccini,da Bach a Richard Strauss,ma è altrettanto vero che si fa di tutto per tenere i giovani il più possibile all'oscuro della sua stessa esistenza e che non si trovano i soldi neanche per farle il funerale.Non si spiega altrimenti come l'ingenua giovinetta sopra ricordata non si rendesse conto che,mentre il suo eroe è morto a settantaquattro anni in condizioni assai peggiori della sua simbolica vecchietta,pur non essendosi nutrito nè di tè,nè di pasticcini e tanto meno di chiesa,certamente Eleonora,Amina,Elisabetta,Desdemona e mille altre non erano" senza cervello,senz'anima,nè calore umano,nè spirito",eppure il loro nutrimento non era nè l'alcool nè la droga.,nè risulta che soffrissero di allergia per il fumo delle candele.Ma naturalmente la nostra giovinetta non sa niente di queste eroine,nè le hanno insegnato a collegarle ai nomi di Beethoven,di Bellini,Di Wagner e di Verdi-del resto la grande "Accademia del Suono"sembra occuparsi di tutt'altre cose! Che i giovani italiani non sappiano affatto che la loro lingua è studiata in tutto il mondo,oltre che per la presenza a Roma di sacerdoti cattolici di tutte le nazioni,per il fatto che il teatro lirico classico italiano fa ancora e sempre più furore dappertutto,è veramente scandaloso e assurdo,ma è la conseguenza dell'ignoranza e delle scelte aberranti degli stessi responsabili della culturta,non solo in Italia.Ci si stupisce poi che essi consumino la loro giovinezza nelle discoteche e che credano così di affermare la pienezza della loro umanità,a differenza della vecchietta tutta casa e chiesa che no ha nè cuore,nè cervello,nè spirito? Se consideriamo ciò che è avvenuto nella Chiesa,credo che credenti e non credenti dovrebbero stracciarsi le vesti.Non si tratta quì di opporre l'antico al moderno,ma il vero al falso,il solido all'inconsistente.
ED E'PROPRIO QUELLO CHE TU FAI,CONSAPEVOLMENTE ED ANCHE INCONSCIAMENTE,CON LA TUA TRASMISSIONE ED I TUOI PREMI|
BRAVO TONINO....CIRCONDATI DI GENTE CHE TI SOMIGLIA....

giovedì 6 settembre 2012

TRE PENSIERI

FILTRAVANO DA NUVOLE BASSE

Filtravano da nuvole basse
i raggi del primo sole
come l'ansia e la speranza
di ritrovarmi nel tuo ricordo.
Che spettacolo l'albero alto
sulla strada che non riconosco,
che tormento sulle mie labbra,
umettate dal pensiero
di saperti lontana e sola.
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UNA CONFUSIONE ENORME

Una confusione enorme
in questo mio cervello
che non conosce riposo!
Contemplo lontananze
distillando in silenzio
aggettivi e sostantivi.
Voglio comporre il romanzo
scrivendo di quell'amore
che unisce cielo e terra,
musica nella sera,
calore nella passione.
Che sia soprattutto
teatro di due ironie.
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IL RICORDO DI TE

Il ricordo di te
non ha prezzo,
cammino sulle pietre calde
di questo presente
e mi possiede il pensiero
di amore difficile
ma grande
come gli occhi di una luna.
Ai primi riverberi dell'alba
le chiome degli alberi
si illuminano di luce
come il tuo volto
che già mi vive dentro.

martedì 31 luglio 2012

CON LE ALI SPIEGATE

Per Te dal libro "Era di luna piena"
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CON LE ALI SPIEGATE

Con le ali spiegate
al di sopra della luna,
questa nostra vita
chiuderà il sipario,
liberandosi dalle chimere
del tempo e dello spazio,
dei cui disegni,non sapremo
che il groviglio delle linee.
Scenderanno le ombre
a nascondere quei sorrisi
che vengono
da un pericoloso altrove.
E questi nostri giorni
scivoleranno veloci
in uno spazio
che sta toccando la fine
e spegnerà,nel crepuscolo,
anche i rossori dell'immagine.
Non  cieli
brilleranno in lontananza,
non luce
di cui serbare memoria,
non germoglio
di fascinazione infantile,
non l'epifania
di un fatto nascosto.
Nel silenzio
solo un canto d'amore
proverà a salvarci.
Io aspetto il tuo.
                                            Tonino Colloca

lunedì 30 luglio 2012

TRE PENSIERI

Dal libro "Era di luna piena"
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SULL'ALTALENA DONDOLO ANCORA

Sull'altalena dondolo ancora
pensieri  da poeta
e mi illudo di dimenticare
lunghi calici sempre più vuoti,
acqua che non può più dissetare,
silenzi imposti e non rispettosi,
anime in cerca di conforto
che,a piedi scalzi,
danzano al sole.
Ma non trovo
nemmeno un verso
che possa soffocare
il lurido mondo
dei tanti bastardi,
sempre vivi,sempre più vivi.
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MENDICANTE

Mendicante
mi trascino
in giorni
senza storia,
come fosse
l'ultima ora.
In attesa
della grande strega
la mia anima,
inquieta,
cerca quella mano
bambina
che carezzava
la luna,
e che oggi
mi vive
in una poesia
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SOGNAVO AQUILONI

Sognavo aquiloni
e mi ritrovo
briciole di libertà,
sorrisi spenti di bambini
racconti di guerra
e giorni di carnevale.
Senza emozioni
Sognavo amore
e mi ritrovo
spezzoni di sesso
dentro bolle di sapone

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                           Tonino Colloca