Alle dieci del mattino già aleggiava, in quella sala vuota, il pensiero dei tanti personaggi che si sono, via via, alternati in un susseguirsi di poesia, prosa, musica e quant'altro possa avere attinenza con la cultura considerata in senso lato.
Io li sentivo dentro.
Sentivo dentro le varie voci, quelle voci che, nel tempo, man mano hanno raggiunto straordinarie mete, straordinari traguardi ed altri il cui sogno è finito subito dopo la loro esibizione.
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| Rossella Drudi, Manuela Morabito, Antonello Piscolla |
Queste ore, sono passate velocemente perché ho avuto la consapevolezza che mi aspettava una serata diversa, ho avuto la consapevolezza che i nomi dei premiati avrebbero creato il pathos giusto, perché gli invitati potessero non pentirsi di trascorrere un caldo sabato di giugno nel chiuso di una sala di Cinelad anziché sul lungomare di Ostia. Erano esattamente le 23:26 quando, con "la libertà" di Giorgio Gaber, si chiudeva questa edizione del premio, e si chiudeva soprattutto con le cinquecento persone circa che non si erano mosse dalla sedia, quasi incollati alla poltrona dal susseguirsi di emozioni create da tutti gli amici che si sono alternati sul palcoscenico. Potrei citarli tutti, uno ad uno, ma ho in mente in questo momento il video, per esempio, di Rossella Drudi nel quale afferma nell'intervista che è quasi normale uccidere una formica, o meglio, al suo intervistatore pone la domanda: è meglio uccidere una formica o un essere umano?
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| Tonino Colloca, Beppe costa, Antonello Piscolla |
Tra gli altri Beppe Costa, ma non il video in particolare o la sua eccellente recita, ma la sua salita sul palco. C'erano da percorrere cinque scalini, io ero lì vicino, l'aspettavo e l'ho visto salire velocemente come se fosse spinto da una forza esterna e poi, sul palco, qualcuno dalla regia ha improvvisamente spento tutte le luci... e Beppe doveva leggere. Ha cercato di perdere tempo dicendo "spero che mandiate quel mio brutto video", ma poi, come uomo che si scansa vedendo un corteo di formiche, ha tirato fuori dalla tasca una piccola pila e si è messo a leggere.
Questo significa essere previdenti? No, significa essere poeti.
Non saprei cosa dire di più e ci sarebbe tanto da dire.
E' andato tutto bene? Oltre ogni previsione, non solo per le cinquecento presenze, ma anche e soprattutto per quello che si leggeva sul volto di tutte le persone.
Chissà, un giorno riusciremo anche a entrare nei cuori?
La tecnologia certamente non ci riuscirà mai, dobbiamo credere e sperare in altro. Ora vi debbo salutare mettendo nel mio archivio (quello che è sempre vivo) tutto di questa straordinaria serata perché, alla mia porta, bussano già gli amici che saranno gli attori della seconda serata di questo premio che si svolgerà sempre qui a Ostia, nel prossimo mese di ottobre.
Sarà una serata dedicata interamente alla poesia: "Italia, Italie, Italia".
Tonino Colloca


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